Zent racconta la storia della Città di Fondazione di Fertilia e delle sue genti. Un crogiuolo multi etnico e culturale che unisce vite ed esperienze da vicino e da lontano.
“Passeggiare per il centro abitato equivale ad immergersi in un quadro metafisico di De Chirico, dove la ritmica degli archi a tutto sesto delle quinte della chiesa e dei portici della via Pola, scandita da pilastri in trachite color vinaccia, identificano volumi semplici dalle superfici pulite e omogenee.”
Ideata sul modello della città giardino di Ebenezer Howard, Fertilia è forse l’unica delle città di fondazione di epoca fascista che ha conservato intatti i caratteri dell’architettura razionalista del ventennio, incorniciati da una natura verde e rigogliosa che ne ricorda ed esalta il felice nome augurale. Situata nel nord-ovest della Sardegna, di fronte alla catalanoaragonese Alghero, la borgata nasce ufficialmente l’8 marzo 1936, per dare corpo all’idea utopica dell’Onorevole Mario Ascione, il quale vide nella bonifica della pianura acquitrinosa della Nurra la possibilità di creare una comunità fiorente e autonoma, dalla spiccata economia rurale. In realtà i lavori di trasformazione del territorio erano già iniziati alla fine dell’800, con la bonifica della laguna costiera del Calich, ad opera dei detenuti del vicino stabilimento penale di Alghero e della colonia penale di Cuguttu, e proseguiti con la realizzazione del Villaggio Calik, nel 1927, su progetto dell’ingegner Pier Luigi Carloni.
Dopo i primi arrivi di emigrati ferraresi, nel secondo dopoguerra saranno gli esuli di Istria e Dalmazia a popolare la borgata, diventando un microcosmo vicino al microcosmo catalano di Alghero; da tradizione veneta, la borgata è stata dedicata a San Marco e ivi campeggia un leone alato suo simbolo, proprio al centro del belvedere. Particolarità della borgata è che tutte le vie e le piazze richiamano luoghi o avvenimenti storici del Veneto e della Venezia Giulia.
Un progetto di Ecomuseo Egea